Non stancarti di andare di Teresa Radice e Stefano Turconi // recensione

Non abbiate paura delle vostre paure: averne è normale. Cercate solo di non permettere che quelle cambino ciò che siete davvero. E lasciatevi aiutare, se ne avete bisogno: chiedere aiuto è permettere a qualcuno di rendersi utile, di fare una cosa buona. E chiedere scusa è un modo per dire: ci tengo a te, restiamo in cordata! Trovate il coraggio, se serve: non è da deboli, è da gente perbene. E’ una cosa da belle persone. […]

Siate luce. Non stancatevi di andare. E farete di terra arida un giardino.

In questo momento vi scrivo col cuore in mano e il viso umido, perchè ho appena terminato la lettura della nuova graphic novel – nuova perla, riscoperta e cammino – di Teresa Radice e Stefano Turconi, Non stancarti di andare. Li ho scoperti grazie al Porto Proibito, mi sono innamorata di loro già dalla prima pagina e da allora non ho più smesso di sfogliarli. Dopo il Porto, la storia di Abel, ho trovato Viola, cittadina del mondo, e adesso sono approdata qui, su una storia che non è solo di Iris e Ismael, ma anche di te e di me, del mondo intero. 

Non stancarti di andare infatti parla di tutti noi, è un ritaglio di giornale, una finestra aperta sul nostro quotidiano, sull’urgenza di condividere una situazione che non solo ci circonda, ma ci appartiene, perché il mondo è di tutti e il suo peso va portato insieme

E infatti questa è una storia di comunione, condivisione, incontri, scoperte e riscoperte, attese, inizi, arrivi. Ma soprattutto di vita e amore. Perché, come dice giustamente Teresa in una delle sue meravigliose lettere di cui il volume è cosparso, “credo che siamo qui per vivere l’interezza del possibile e che l’ieri non c’è più, se non come briciola di lievito per il pane di oggi e la pienezza di domani. E da tutto questo una cosa ho capito, sai? Una soltanto: la vita e l’amore sono le più forti di tutte le forze del mondo.

Una cosa che mi ha sempre colpito molto della poetica dei due autori è che il loro operato non rimane incollato alla carta, non si limita a raccontare una storia che si conclude una volta girata l’ultima pagina, ma si aggrappa al lettore con forza, si sbraccia per farsi notare, per dire, ricordare, risvegliare e non solo per raccontare. La loro è una narrazione pungente, ricca e indimenticabile che rende partecipi, trasforma in pietre vive, portatrici di un messaggio che va interiorizzato, vissuto e condiviso. Sono storie che parlano a voce alta, che colpiscono, sconvolgono perché parlano di noi: noi, che siamo fragili, ma che nella nostra umanità troviamo anche quella forza invincibile. Noi, creature piene di amore e possibilità. Noi, diversi ma in comunione con gli altri e col mondo.

E tutto questo si sente in maniera ancora più forte in Non stancarti di andare, che è un sorprendente insieme di contrasti e di incastri, perché è un grido di allarme, ma anche un grido alla vita. E’ una vivida rappresentazione di ciò che siamo, o meglio, di chi ci siamo scordati di essere. E’ un inno a tutto quello che possiamo e dobbiamo ritrovare, alla pienezza, alla gentilezza, all’umanità.

E’ una storia che mi è sembrato di vivere in prima persona, perché se c’è una cosa bella di Teresa e Stefano è che rappresentano un po’ tutti: nelle loro storie includono tante personalità fatte di rimpianti, attese, bellezza, sfortune, doni. Vite ruvide al tatto che si intrecciano, si scontrano, si ritrovano e si riscoprono, vite che parlano di te e di me, che sono echi di qualcosa che conosciamo e viviamo ogni giorno.

E quindi la storia di Iris e Ismail – che non appartiene solo a loro, ma è anche di Clementina, di Maite, di Padre Saul, di zia Tiz, di Malik, mia, tua, nostra – mi ha commosso come solo i racconti migliori sanno fare, ovvero con quella delicatezza che sì, colpisce forte al cuore, ma che poi rimane dentro come lucciola, a illuminare una strada nuova che si sente di dover percorrere perché si è diversi in qualche modo, mutati. Le storie migliori infatti fanno proprio così: ti risvegliano, ti cambiano, ti riempono di punti interrogativi, ti spronano, ti ispirano, ti prendono per mano e ti guidano su percorsi tutti nuovi. E questo è il dono più bello di tutti.

E tu prometti che non ci lasceremo abbattere dalle difficoltà, ma faremo fronte comune… e saremo uno la forza dell’altro? Prometti che le cose che ci uniscono saranno sempre più di quelle che ci dividono… e che ci batteremo fino alla fine per camminare fianco a fianco, amarci e amare insieme altre cose?

 

14 pensieri riguardo “Non stancarti di andare di Teresa Radice e Stefano Turconi // recensione

  1. Questa graphic novel mi ispira moltissimo. Mi piacciono le storie con un messaggio forte che in qualche modo un po’ ti cambia dentro mentre lo leggi *-*

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  2. anche io li ho scoperti con Il Porto Proibito e ho recuperato immediatamente Viola Giramondo che ho assolutamente adorato! Sicuramente recupererò anche questo, perché come si evince dalla tua recensione, ne vale davvero la pena!

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  3. Anche io da lettore de “Il porto proibito” è di graphic novel in generale, aspettavo con ansia questo nuovo lavoro di Stefano e Teresa. Bellissimo il tuo post. 🙂

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